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SESTO ANNIVERSARIO DELLA MORTE DI ELUANA ENGLARO
9 FEBBRAIO 2009
Anniversario di una sentenza di morte ordinato dallo stato italiano:
sentenza eseguita dal servizio sanitario nazionale,
a spese di una giovane con grave handicap ma viva
e a carico dei contribuenti italiani.
Lo stato italiano ha emesso un verdetto di morte su cittadini deboli
invece di farsene strenuo difensore.
Affermiamo che queste sentenze inflitte nel nome del popolo italiano ci trovano pienamente in disaccordo e pertanto sono emesse NON IN NOSTRO NOME. La condanna a morte di Eluana, per fame e per sete, deve spingerci a continuare ancora più tenacemente il nostro impegno per il rispetto della vita umana dal concepimento al termine naturale. Il nostro operato, se pur limitato nelle forze, trova il suo fondamento nel diritto alla vita per ogni uomo e per ogni donna del nostro pianeta.
La morte di Eluana, allora, è per noi stimolo ad impegnarci di più, a non far cadere nell'oblio un evento tragico in cui è stata coinvolta l'intera nazione. Con esso si è cercato di avere il consenso ad un atto violento e dare ulteriore forza ad una prassi di ''scarto'' degli esseri umani afflitti da gravi malattie. La selezione della ''razza'' di memoria nazi-fascista, vera a propria selezione eugenetica già praticata negli embrioni umani, nei feti, nei neonati, riaffiora sotto forma di compassione per chi è afflitto da malattie o handicap ma il risultato è sempre quello: lo scarto di persone che non rispondono ad un modello prestabilito di efficienza.
Noi rimaniamo fermamente convinti che la vita va salvaguardata sempre: accolta, curata, protetta, difesa e che l'alternativa alla vita umiliata dalla malattia non può essere la morte ma un supplemento di umanità.
Il nostro consenso alla morte non c'è e non ci sarà mai. NOI SIAMO PER LA VITA.
COMITATO PROGETTO UOMO