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LE FAMIGLIE COSTUZIONALI ABBANDONATE A SE STESSE,
Nel programma con cui è stato eletto il Sindaco, approvato dal Consiglio comunale per la consiliatura 2009-2014, non si parla di unioni civili e di registro di unioni civili, alla scheda n.5 su ''la città solidale e del benessere'', si dice invece che è indispensabile rafforzare le politiche di sostegno alla famiglia intesa come cellula fondamentale della vita sociale e della comunità locale, di sviluppare politiche familiari che tengano conto dei carichi di cura, della formazione di quel capitale sociale primario che sono i figli, di istituire strumenti e modelli innovativi (agenzia della famiglia), insomma di realizzare politiche familiari che non riguardino solo il welfare ma diventano trasversali nell'azione amministrativa (sgravi fiscali, scuola, bioetica, lavoro, sostegno alla genitorialità, tempi sociali e spazi urbani).
Nel marzo del 2010 Il Comune di Bari ha sottoscritto un protocollo di intesa con il Forum delle associazioni familiari, con cui l'Amministrazione comunale si impegnava a creare un Laboratorio per le politiche familiari a Bari: ''Laboratorio per una città a misura di famiglia".
Tutto questo è stato dimenticato, non è più prioritario nel percorso di questa amministrazione, è divenuta una grande inadempienza programmatica Alle parole, tante, non seguono fatti, scarsi o pari a zero.
Lo strumento del registro delle unioni civili a livello comunale, peraltro, è inutile ma le campagne che si costruiscono su questi atti mirano a condizionare l'opinione pubblica: la gran parte delle deliberazioni dirette a istituire i registri delle unioni civili non ha avuto alcun seguito: risulta molto scarso il numero delle coppie che si sono iscritte nei registri comunali esistenti.
Il Forum delle Associazioni Familiari verificherà ogni percorso giuridico-amministrativo per annullare la decisione assolutamente non condivisa assunta dall'amministrazione comunale di Bari.
Per noi la famiglia è semplicemente quella definita dall'articolo 29 della Costituzione italiana: realtà naturale fondata sul matrimonio, essa si compie intorno a relazioni sociali caratterizzate da responsabilità, stabilità, differenza sessuale, generatività. In tal senso essa è generativa di coesione e di benessere sociale e va protetta e valorizzata. E non si tratta di un credo religioso, non è una invenzione della Chiesa, perché la famiglia preesiste alla stessa cristianità; è, invece un istituto giuridico finalizzato a garantire l'ordine delle generazioni.
Come ha spiegato il Gran Rabbino di Francia, Gilles Bernheim, ''qui non è in gioco l'omosessualità, ma il rischio irreversibile, di una confusione delle genealogie attraverso la sostituzione della ''genitorialità'', alla paternità e alla maternità, e anche di una confusione nello statuto del figlio, che da soggetto diventa oggetto al quale ciascuno avrebbe ''diritto''''.
La famiglia ha una dimensione costituzionale, sociale e di responsabilità civile. Non è un fatto religioso o privato, ma ha una rilevanza ''pubblica'': è un bene umano comune, degno della protezione della Carta Costituzionale. E non c'è nulla di più ingiusto che trattare cose diverse come se fossero uguali
IL FORUM DELLE ASSOCIAZIONI FAMILIARI DI BARI
IL FORUM DELLE ASSOCIAZIONI FAMILIARI DI PUGLIA
BAri, 23.1.2013