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Scheda per intervento Piano Regionale Politiche Sociali: il ruolo del 3° settore Bisceglie, 5 giugno 2010
- Nel seguire le famiglie e le convivenze in difficoltà economiche ci siamo accorti della disinformazione relativa ai diversi interventi assistenziali messi in atto dalle pubbliche amministrazioni ma anche della difficoltà a reperire contributi o agevolazioni, delle lungaggini burocratiche e dei tempi lunghi occorrenti e i diversi ostacoli che si frappongono al godimento dell'aiuto. Non mancano nemmeno situazioni paradossali di famiglie con più difficoltà che ricevono meno aiuti di quelle con minori problemi. Insomma riteniamo occorra una migliore individuazione degli stati di necessità per interventi più mirati ed efficaci.
- A proposito di famiglie con disagio e dell'intervento dei servizi sociali, abbiamo constatato che il vedersi sottrarre un figlio è il più tremendo dramma che una mamma e un padre (anche i più scellerati) e un minore possano sperimentare nella loro esistenza: non c'è surrogato che possa sostituire la famiglia naturale anche la più disagiata. Forse occorre iniziare a pensare a percorsi alternativi a quelli del sottrarre il minore al nucleo familiare: i legami di sangue e affettivi sono molto forti, riteniamo pertanto che sia più opportuno accostare a tali famiglie una specie di "Tutor" che segua le vicende familiari e collabori/educhi la famiglia a gestire le situazioni a rischio. In definitiva che venga rafforzato il ruolo di affiancamento degli assistenti sociali nei riguardi delle famiglie e l'allontanamento del minore dal nucleo familiare sia evitato il più possibile.
- Da noi si presentano non poche famiglie con difficoltà relazionali al proprio interno: soprattutto tra coniugi. Riteniamo che per tali situazioni un supporto psicologico e un sostegno sociale sia indispensabile coordinando i servizi sociali con i consultori familiari, affinché tali situazioni di disagio possano trovare un qualche punto di riferimento e di aiuto.
- Le famiglie in difficoltà perché numerose lamentano una poca considerazione del loro stato quasi dovessero vergognarsi di aver messo al mondo più figli. Per tali famiglie e per una politica amica della famiglia riteniamo che l'istituzione del quoziente familiare sia ormai diventando improcrastinabile almeno per dar corpo all'articolo 29 della nostra Costituzione.
- Le famiglie in difficoltà per la presenza di minori cardiopatici manifestano il proprio disappunto per il non funzionamento effettivo del reparto di cardiochirurgia del Giovanni XXIII di Bari e chiedono un maggiore interessamento della Regione perché tale servizio sia veramente attivo.
- Ultimamente siamo venuti a contatto con famiglie al cui interno ci sono minori disabili. Spesso alle difficoltà economiche di tali famiglie si aggiungono difficoltà di vita quotidiana e di gestione dei propri figli con disabilità. Abbiamo pensato ad un progetto estivo di integrazione tra bambini diversamente abili e normodotati. Le famiglie hanno bisogno di supporto per svolgere il loro ruolo di cura. Il volontariato necessita di attenzione e d'incoraggiamento concreto da parte delle istituzioni.
- Le risorse economiche ed umane del volontariato sono limitate: occorre una mobilitazione dell'intera società per sopperire alle necessità delle famiglie, ci vuole un'intera società solidale, più energia e più cuore. Ci vuole un progetto educativo, un'educazione al volontariato sociale che parta dalle famiglie e dai luoghi di formazione dei giovani: dalle scuole. Perché non pensare ad … "una scuola per il volontariato" nel senso che il volontariato entri nella scuola e chiami a raccolta i giovani per una società solidale? Non conferenze, né dibattiti ma la vita stessa nella scuola!